Fobia Sociale

Cagliari e Quartu Sant'Elena


INTRODUZIONE:

La Fobia Sociale può essere definita come una paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri. L'individuo teme di agire (o di mostrare sintomi di ansia) in modo umiliante o imbarazzante. Nei bambini deve essere evidente la capacità di stabilire rapporti sociali appropriati all'età con persone familiari, e l'ansia deve manifestarsi con i coetanei, e non solo nell'interazione con gli adulti.

L'esposizione alla situazione temuta quasi invariabilmente provoca l'ansia, che può assumere le caratteristiche di un Attacco di Panico causato dalla situazione o sensibile alla situazione. Nei bambini, l'ansia può essere espressa piangendo, con scoppi di ira, con l'irrigidimento, o con l'evitamento delle situazioni sociali con persone non familiari.

Le situazioni temute sociali o prestazionali sono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio.

L'evitamento, l'ansia anticipatoria, o il disagio nella/e situazione/i sociale o prestazionale interferiscono significativamente con le abitudini normali della persona, con il funzionamento lavorativo (scolastico) o con le attività o relazioni sociali, oppure è presente marcato disagio per il fatto di avere la fobia.

Volendo semplificare, la persona affetta da Fobia Sociale teme fondamentalmente la propria inadeguatezza di fronte al giudizio altrui e il conseguente rifiuto da parte delle altre persone. Una paura che si autoalimenta in una sorta di circolo vizioso, si può infatti arrivare ad un punto in cui il soggetto fobico avrà paura della paura stessa, o meglio che gli altri si accorgano della sua paura o che trovino strani e non adeguati al contesto sociale i sintomi stessi della fobia. La valutazione negativa della sua prestazione sociale rafforzerà la convinzione di fondo della propria inadeguatezza e così via.

 

SINTOMI E STIMOLI SPECIFICI:

La Fobia sociale, come altre forme di fobie specifiche, viene attivata o “innescata” da situazioni specifiche che portano la persona a vivere, prima e/o durante l'esposizione, paura e alti livelli di ansia che la persona avverte a livello psicofisico.

Di seguito sono riportate alcune situazioni o “inneschi” che possono attivare chi soffre di fobia sociale:

◦ lavorare in pubblico

◦ parlare in pubblico

◦ mangiare o bere in pubblico

◦ partecipare a feste

◦ scrivere o firmare in pubblico

◦ fare acquisti nei negozi

◦ iniziare una conversazione

◦ essere presentati ad altre persone

◦ usare il telefono

◦ dare o difendere le proprie opinioni

◦ incontri con persone sconosciute, del sesso opposto o che li attrae

◦ spazi chiusi dove c'è gente

◦ parlare in un piccolo gruppo

◦ rapportarsi con delle persone importanti o dei superiori

◦ fare o accettare complimenti

◦ essere il centro dell'attenzione

 

I disturbi psicosomatici sono comuni a tutte le forme di disagio dovute all'ansia, in sostanza si tratta di disturbi somatici che non hanno una causa fisiologica ma appunto psicologica. Il concetto si basa sull'interazione tra la mente e il corpo ossia sul fatto che in date situazioni il cervello attiva neurotrasmettitori e secrezioni ghiandolari che causano le reazioni somatiche. Ovviamente il cervello in questi casi opera in maniera inconscia o preconscia.

Alcuni esempi di sintomi fisici riscontrati nella Fobia Sociale

• tachicardia

• tremori

• sudorazione copiosa (iperidrosi)

• affanno (iperpnea)

• rossore

• disturbi gastrointestinali

• secchezza delle fauci

• spossatezza

• sensazione di oppressione e schiacciamento

• fatica a parlare e a mantenere stabile il tono della voce

• balbuzia

• nausea

• mal di testa

• tensione muscolare

• mancanza di concentrazione

• insonnia

 

La fobia riguarda, quindi, fondamentalmente, l'angoscia del sentire determinate emozioni che il corpo valuta insopportabili. Nella fobia si ha una distorsione percettiva, per cui, onde evitare di sentire determinate emozioni, si connette detta sensazione (di cui si ha il terrore) con un oggetto esterno (che risulta più facilmente controllabile rispetto al vissuto interno).

 

LAVORO TERAPEUTICO

Nel lavoro terapeutico si lavora sui diversi livelli che contraddistinguono tale disturbo, partendo sicuramente dal livello sensorio e corporeo per poi arrivare a quello emotivo. In tale percorso si cerca di comprendere il periodo in cui il paziente ha vissuto per la prima volta tali sensazioni corporee ed emozioni con l'intento di offrire il supporto che probabilmente in quel periodo è venuto meno. Il lavoro terapeutico ha l'intento di favorire nella persona la propria integrità (la sensazione della propria individualità) e pienezza (l'audacia di esprimere sino in fondo se stessi) necessari per vivere in modo spontaneo le proprie emozioni e relazioni .