Disturbi Comportamento Alimentare

Cagliari e Quartu Sant'Elena


INTRODUZIONE:

I disturbi del comportamento alimentare, nelle varie espressioni che li distinguono, rappresentano la patologia più diffusa nella società occidentale dell'ultimo ventennio: è presente nel 5% della popolazione. L'Anoressia, più di ogni altro disturbo, rappresenta l'estremizzazione di alcuni valori della nostra società: la bellezza è intesa come forma fisica e snellezza; il controllo del corpo e del cibo sono sinonimo di efficienza e di perfezione.

Questo non vuol dire che la cultura, anche nelle sue forme più estreme, sia la causa di tali patologie, ma solo che essa fornisce la cornice di riferimento entro cui situare il disturbo.

Sembra che un fattore cruciale nella Anoressia/Bulimia sia, anche se in modalità opposte, il controllo. Non casualmente tali patologie si sviluppano nel periodo adolescenziale, in cui i mutamenti corporei sono molto forti, sopratutto sul versante femminile.

La ribellione in tal senso si manifesta attraverso il controllo sull'unico elemento che rientra sotto il proprio dominio: il corpo, appunto.

Il trattamento dei disturbi alimentari richiede una cura collaborativa e coordinata in cui vengono affrontati tutti gli aspetti e ambiti del disturbo alimentare: salute fisica/peso, nutrizione, psicoterapia e riabilitazione sociale.

Il disturbo del comportamento alimentare è dunque un fenomeno complesso e multidimensionale. Pertanto deve essere affrontato da diversi punti di vista: medico, dietetico e psicologico.

 

DEFINIZIONE:

Nei disturbi alimentari l'individuo sperimenta un'alterata relazione con il cibo ed un'estrema preoccupazione riguardo alle forme corporee. Implica un'alterazione dell'immagine di sé, disturbi emotivi e un insieme di comportamenti disfunzionali che ne derivano.

La ricerca mette in evidenza che questo disturbo ha rilevanti basi neurobiologiche genetiche e

relazionali, non rappresenta pertanto, una “scelta di vita”.

 

TIPI DI DISTURBI ALIMENTARI:

• Anoressia Nervosa

• Bulimia Nervosa

• Binge Eating Disorder (di cui il 65% in comorbidità con obesità)

• Disturbo del Comportamento Alimentare non altrimenti specificato (di cui 20% soffre di

obesità)

 

CONSEGUENZE E SINTOMI

1) Anoressia Nervosa:

I criteri standard per una diagnosi di anoressia nervosa sono:

• Una magrezza estrema (non costituzionale ma volontaria), con rifiuto di mantenere il peso al

di sopra di una soglia minima ritenuta normale (anoressico è un soggetto con peso sotto l'85% di quello previsto in base all'età ed all'altezza e/o l'indice di massa corporea (BMI)

inferiore a 15,5);

• una forte paura di ingrassare anche in presenza di evidente sotto PESO;

• una preoccupazione estrema per il peso e l'aspetto fisico, che include sia l'alterazione di un vissuto corporeo, sia un'importanza eccessiva al peso a scapito dell'autostima, o ancora il rifiuto di ammettere le proprie condizioni fisiologiche;

• il non essere soddisfatti del proprio corpo (costituisce il fattore di rischio più elevato);

• nei pazienti di sesso femminile, un'amenorrea (sospensione del ciclo mestruale) da almeno tre cicli continui dopo il menarca.

Il disagio psicologico può esprimersi attraverso l'ansia o la depressione.

E' possibile individuare due sottotipi di anoressia nervosa:

1. restrittivo

2. con condotte di eliminazione (quali vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici o clisteri)

2) Bulimia Nervosa:

Clinicamente la bulimia è denotata da episodi in cui il soggetto sente un bisogno compulsivo di ingerire spropositate quantità di cibo, correlati da una spiacevole sensazione di non essere capace di controllare il proprio comportamento.

E' frequente negli adolescenti e nei giovani adulti. Colpisce prevalentemente soggetti di sesso

femminile (90%). Generalmente compare attorno ai 12-14 anni (tarda adolescenza) o nella prima età adulta (18-19 anni).

I criteri diagnostici sono:

• ricorrenti abbuffate

• il consumo di una grande quantità di cibo

• la sensazione della perdita di controllo

• comportamenti compensatori: il vomito autoindotto (che può essere provocato anche dopo

un qualsiasi cibo), l'assunzione di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci tiroidei, il digiuno ed eccessivo esercizio fisico

• frequenza: le abbuffate e le condotte compensatorie devono manifestarsi almeno due volte la settimana per tre mesi.

• Preoccupazione smisurata per le forme corporee e il peso: l'autostima viene decisamente influenzata dalle forme e dal peso corporeo, si sente l'esigenza di seguire sempre una dieta ma si ha, nonostante ciò, il terrore costante di ingrassare.

Può verificarsi:

• con condotte di eliminazione, che vede il soggetto ricorrere regolarmente a vomito autoindotto oppure all'uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.

• Senza condotte di eliminazione, che vede il soggetto bulimico adottare regolarmente comportamenti compensatori inappropriati (digiuni e/o intensa attività fisica), ma non dedicarsi al vomito autoindotto o all'uso di lassativi, diuretici o enteroclismi. Gli episodi bulimici possono essere scatenati da alterazioni dell'umore, stati di ansia e stress.

3) Binge Eating Disorder:

Si presenta clinicamente con episodi di abbuffate tipici della bulimia nervosa, senza però mostrare i comportamenti compensatori tipici di quest'ultima. L'individuo affetto da tale sindrome ha come unico pensiero quello di ingerire qualsiasi tipi di alimento per calmare le proprie ansie, o qualsiasi emozione negativa anche se è consapevole che potrebbe essere nociva alla sua salute. La persona che soffre di questo disturbo è spesso isolata, ha scarsa considerazione di sé e prova profondi sensi di colpa, ma l'aumento di peso rende ancora più difficile l'integrazione sociale e il disagio di questo soggetto.